Come riconoscere e come difendersi dalla violenza ostetrica
La morte del neonato all’ospedale Pertini di Roma ha acceso i riflettori su una forma di violenza non molto conosciuta, specie in Italia: la violenza ostetrica.
La violenza ostetrica è un insieme di comportamenti negativi che si verificano all’interno dei sistemi sanitari durante la fase del pre e post parto.
Nello specifico il termine si riferisce agli abusi che avvengono durante le cure ostetrico – ginecologiche, da parte del personale sanitario che si occupa di accudire la donna e il neonato, come ad esempio il ginecologo, l’ostetrica o altre figure di supporto…
Molte donne durante il parto in ospedale sono state vittime di trattamenti irrispettosi e abusanti da parte di queste figure.
Questi abusi spesso consistono nell’imporre alle donne cure o pratiche standardizzate, senza il loro consenso e senza informarle in maniera adeguata.
Osservatorio sulla Violenza Ostetrica
Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio sulla Violenza Ostetrica, quattro donne su dieci testimoniano che l’esperienza del parto è stata lesiva della loro dignità e integrità psicofisica.
Il ricorso a un taglio cesareo ingiustificato, l’ obbligo di assumere la posizione standard durante il parto anziché quella che si preferisce, una cattiva informazione sulle proprie possibilità di scelta…
sono alcuni dei comportamenti da ricondurre alla violenza ostetrica. Senza dimenticare gli abusi verbali, la mancanza di privacy, l’impossibilità di avere con sé una persona di fiducia all’interno della sala parto…
Informare per contrastare
Il primo passo da fare per contrastare la violenza ostetrica è quello di informare le donne sui loro diritti e sulle loto possibilità, per effettuare scelte consapevoli e contrastare le imposizioni.
Inoltre è opportuno formare il personale sanitario ad un’assistenza al parto rispettosa ed empatica.